Il riconoscimento della fibromialgia nei LEA ministeriali é l’obiettivo primario attuale delle associazioni di volontariato dei malati reumatici.
Questa é una malattia da dolore cronico, disabilitante e colpisce prevalentemente le donne.
Mancano però le dovute tutele sanitarie che già hanno le altre malattie reumatiche croniche.
Questa intervista al Dr. Roberto Gorla della Reumatologia dell’ASST Spedali Civili Brescia è stata effettuata In occasione della Giornata mondiale della fibromialgia.
Il contributo delle associazioni per il riconoscimento della fibromialgia
La nostra associazione bresciana dei malati reumatici mette a disposizione dei propri iscritti con fibromialgia:
- la psicoterapeuta cognitivo comportamentale
- il counselor per l’ascolto empatico motivazionale
- l’operatore shiatsu
- il gruppo di autoaiuto
Il paziente deve partecipare attivamente alla propria cura. Pertanto si deve incrementare l’autostima e il grado di volontà a reagire alla condizione patologica.
In sintesi: la fibromialgia non toglie un’ora di vita, però può avvelenare ogni ora della vita stessa.
E’ bene che il paziente collabori attivamente alla propria cura, ad esempio con l’esecuzione costante di esercizio aerobico (cammino, ginnastica in acqua, stretching).
L’insonnia va curata.
Si consigliano: igiene del sonno e percorsi di psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Fare meditazione è utile ai pazienti.